Arcidiocesi di Anchialo

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Anchialo
Sede arcivescovile titolare
Archidioecesis Anchialitana
Patriarcato di Costantinopoli
Sede titolare di Anchialo
Mappa della diocesi civile di Tracia (V secolo)
Arcivescovo titolaresede vacante
IstituitaXIX secolo
StatoBulgaria
Arcidiocesi soppressa di Anchialo
ErettaII secolo
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche
Vista aerea della città di Pomorie in Bulgaria.
Basilio Georgiadis, ultimo metropolita residente di Anchialo, patriarca di Costantinopoli dal 1925 al 1929.

L'arcidiocesi di Anchialo è una sede soppressa del patriarcato di Costantinopoli (in greco Ιερά Μητρόπολις Αγχιάλου?, Ierá Mitrόpolis Anchiálou) e una sede titolare della Chiesa cattolica (in latino Archidioecesis Anchialitana).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Anchialo, che corrisponde alla città di Pomorie in Bulgaria, fu una sede ecclesiastica della provincia romana dell'Emimonto nella diocesi civile di Tracia e nel patriarcato di Costantinopoli.

Originariamente suffraganea dell'arcidiocesi di Adrianopoli di Emimonto, appare fra le arcidiocesi autocefale del Patriarcato nella Notitia Episcopatuum dello pseudo-Epifanio, composta durante il regno dell'imperatore Eraclio I (circa 640).[1] La sede è documentata in tutte le Notitiae episcopatuum fino agli inizi del XV secolo; nell'ultima Notitia è indicata come sede metropolitana.[2]

Sono sette i vescovi conosciuti di questa antica sede nel I millennio cristiano. La serie inizia con il vescovo Sotas, nella seconda metà del II secolo; di lui parla Eusebio di Cesarea nella sua Historia ecclesiastica come avversario del montanismo. Il vescovo Timoteo prese parte al concilio di Sardica del 343/344. Sebastiano fu tra i padri del primo concilio di Costantinopoli nel 381. Sabbazio firmò il decreto del patriarca Gennaio del 459 contro i simoniaci. Paolo assistette al secondo concilio di Costantinopoli nel 553. Giacomo fu arcivescovo di Anchialo durante il patriarcato di san Tarasio (784-806). Infine Nicola assistette al Concilio di Costantinopoli dell'879-880 che riabilitò il patriarca Fozio di Costantinopoli.

Dopo Nicola, la serie episcopale di Anchialo si interrompe per alcuni secoli, probabilmente perché con l'affermarsi del primo impero bulgaro e la nascita di un patriarcato bulgaro autocefalo, la sede di Anchialo passò sotto questa giurisdizione[3] Dall'XI secolo la città tornò ad essere bizantina. Il primo metropolita noto è Sofronio, che prese parte al concilio di Ferrara e Firenze nel 1438-1739, sostenitore del partito anti-unionista.[4]

Dopo la caduta di Costantinopoli (1453), molte famiglie aristocratiche bizantine si stabilirono ad Anchialo e il suo trono vescovile divenne ambito. Nel XVII secolo la metropolia comprendeva le importanti città di Anchialo e Burgas (in greco: Pyrgos) e altre 54 città e villaggi più piccoli.[4]

Il metropolita di Eugenio fu impiccato nell'aprile 1821, insieme al patriarca Gregorio V e ad altri prelati a Costantinopoli, dopo lo scoppio della guerra d'indipendenza greca, in quello che è passato alla storia con il nome di massacro di Costantinopoli.[4]

Durante l'episcopato di Basilio I (1865-1877), la Bulgaria ottenne l'indipendenza dall'impero ottomano; la città di Anchialo entrò a far parte del nuovo principato, anche se ecclesiasticamente rimase una sede del patriarcato di Costantinopoli. In questo periodo si acuirono le tensioni nazionalistiche tra bulgari e greci, che si fecero sentire in particolare durante l'episcopato di Basilio I, costretto all'esilio nel 1877, e di Basilio II (1889-1909), che fu arrestato dalle autorità bulgare nel 1906.[4] Nella distruzione della città del 1906, andarono distrutte da un incendio numerose chiese, tra cui la cattedrale dei Santi Tassiarchi.

Nel 1906 la metropolia passò sotto la giurisdizione dell'Esarcato bulgaro. L'ultimo metropolita di Anchialo, Costantino Chatziapostolou, non fu accettato dalle autorità bulgare e dopo la sua morte, avvenuta il 10 luglio 1923, il patriarcato di Costantinopoli rinunciò a eleggere altri metropoliti.[3] La Chiesa ortodossa bulgara non ha eretto nessuna sede episcopale a Pomorie, che oggi fa parte dell'eparchia di Sliven.

Dal XIX secolo Anchialo è annoverata tra le sedi vescovili titolari dalla Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 26 settembre 1965. In origine era una sede vescovile; fu elevata al rango di arcidiocesi titolare nel 1932.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Metropoliti bizantini[modifica | modifica wikitesto]

La seguente cronotassi si basa principalmente sulle liste episcopali pubblicate da A. Diamantopoulos e dal metropolita Germano. Aggiunte, correzioni e modifiche sono citate nelle note.

Vescovi e arcivescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (ELFR) Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae. Texte critique, introduction et notes, Paris, 1981, p. 206, nº 56.
  2. ^ (ELFR) Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae, indice, p. 483 (Anchialos). (FR) Raymond Janin, La hiérarchie ecclésiastique dans le diocèse de Thrace, in Revue des études byzantines, tomo 17, 1959, p. 142.
  3. ^ a b (BG) Християнският Анхиало, karavaltchev.blogspot.com
  4. ^ a b c d (ELEN) Diocese of Anchialos, Εγκυκλοπαίδεια Μείζονος Ελληνισμού, Εύξεινος Πόντος.
  5. ^ (DE) Iakobos, Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, edizione online, nº 2630/corr.
  6. ^ (DE) Nikolaos, Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, edizione online, nº 25900.
  7. ^ (DE) Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 13924.
  8. ^ (DE) Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 20153.
  9. ^ a b c (EL) Μ. Σταμούλης, Συμβολή εις την ιστορίαν των εκκλησίων της Θράκης, Θρακικά nº 14, 1940, p. 69.
  10. ^ Contestualmente nominato vescovo titolare di Dora.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]