M110 (astronomia)

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M110
Galassia ellittica
M110. Credit: John Lanoue
Scoperta
ScopritoreCharles Messier
Data1773
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneAndromeda
Ascensione retta00h 40m 22.1s
Declinazione+41° 41′ 07″
Distanza2,69 ± 0,09 milioni a.l.
(820.000 ± 30.000 pc)
Magnitudine apparente (V)8,9
Dimensione apparente (V)21′,9 × 11′,0
Redshift-241 ± 3
Caratteristiche fisiche
TipoGalassia ellittica
ClasseE5 pec
Altre designazioni
NGC 205, UGC 426, PGC 2429
Mappa di localizzazione
M110
Categoria di galassie ellittiche

La galassia ellittica M110 (nota anche come Oggetto Messier 110, Messier 110, M110, o NGC 205) è una galassia ellittica nella costellazione di Andromeda, un satellite della galassia di Andromeda, e un membro del Gruppo Locale di galassie. È stata scoperta il 10 agosto 1773 dall'astronomo Charles Messier, che curiosamente non la inserì nel suo catalogo, accontentandosi di disegnarla sullo schema della "Grande Nebulosa Andromeda". È stata infine aggiunta nel catalogo nel 1966 da Kenneth Glyn Jones. Caroline Herschel la scoprì in maniera indipendente il 27 agosto 1783 e William Herschel la catalogò il 5 ottobre 1784 sotto la denominazione H V.18. M110 è il secondo satellite più luminoso della galassia di Andromeda.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

M110 è un membro del Gruppo Locale di galassie. Come M32, orbita attorno alla galassia di Andromeda e rispetto a un osservatore terrestre è situata a nord-ovest del bulge di quest'ultima. La sua distanza è di 2.900.000 anni luce e la sua massa è stimata fra i 3,6 e 15 milioni di masse solari. M110 è contornata da un alone in cui sono stati osservati 8 ammassi globulari. Nel suo centro è ancora possibile la formazione di stelle, e sono state osservate delle giovani stelle blu.

Questa galassia è classificata come E6p (p indica particolare in inglese) a causa della presenza di strutture scure, probabilmente delle nuvole di polveri.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Libri[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Stephen James O'Meara, Deep Sky Companions: The Messier Objects, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-521-55332-6.

Carte celesti[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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