I neoplatonici

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I neoplatonici
AutoreLuigi Settembrini
1ª ed. originale1977
GenereRacconto
SottogenereOmosessualità
Lingua originaleitaliano

I neoplatonici è un breve racconto dello scrittore e patriota Luigi Settembrini (1813 - 1876) ritrovato presso la Biblioteca Nazionale di Napoli da Raffaele Cantarella, studioso crociano, con il titolo I neoplatonici, per Aristeo di Megara, traduzione dal greco, e pubblicato postumo nel 1977.

I neoplatonici sono una fantasia omoerotica ambientata nella Grecia antica. I primi curatori dell'opera proposero che il testo fosse stato scritto durante la prigionia, subito dopo la traduzione di Luciano di Samosata (vale a dire fra il 1858 e il 1859) e poi inviato alla moglie come (presunta) traduzione d'un testo greco antico. Tuttavia nel 2010 Domenico Conoscenti, riesaminando i documenti a disposizione, ha dimostrato che nessuna carta del Settembrini identifica I neoplatonici come una delle opere da lui vergate in prigione, concludendo che la collocazione s'inquadra più credibilmente negli anni finali della vita, ossia quelli compresi fra il 1866 e il 1876[1].

Lasciato alla morte del Settembrini fra le carte inedite, il manoscritto fu donato da un antiquario alla Biblioteca Nazionale "Vittorio Emanuele" di Napoli, dove nel 1937 venne scoperto da Raffaele Cantarella. Anni dopo, il collega bibliotecario Emidio Piermarini, venuto a conoscenza dell'esistenza del libro, propose all'amico Cantarella di sottoporlo a Benedetto Croce, il quale, giudicando il testo "lubrico e malsano [...] un errore letterario del Venerato Maestro, martire patriottico dei Borboni", ne sconsigliò la pubblicazione.[2] L'opera proibita di Settembrini avrebbe visto la luce solo nel 1977, quando venne edita da Rizzoli.

I neoplatonici è uno scritto breve, ma rivelatore delle fantasie intime del suo autore. Privo di una vera trama, segue passo passo le vicende di due ragazzi che s'innamorano l'uno dell'altro e divengono amanti, e si conclude con le contemporanee nozze dei due (che però, significativamente, non impediscono la prosecuzione della loro relazione).
Il racconto comprende descrizioni di rapporti sessuali che non hanno paralleli nella letteratura italiana di quell'epoca.

Dal punto di vista letterario, benché di respiro modesto, lo scritto è comunque di livello ottimo, di stile agile e fresco, nonché dotato di una certa eleganza.
Degna di nota è inoltre l'immagine che presenta, assolutamente positiva e serena, della relazione omosessuale.
Polemicamente l'autore ripropone una certa concezione pre-cristiana della sessualità, e presenta l'amore omosessuale come un elemento della vita umana capace di dare gioia e soddisfazione. Inoltre ne tratta come di una relazione provvista tanto di una dimensione affettiva quanto di una dimensione erotica, con un approccio assai raro nel panorama letterario di quel secolo.

All'apparire del libro non è mancato fra i recensori chi lo considerasse il risultato di una sorta di "rivelazione" che Settembrini avrebbe ricevuto da rapporti omosessuali in carcere. Si tratta comunque solo di un'ipotesi, per il momento non avvalorata da documenti.

  1. ^ Domenico Conoscenti, Sulla datazione de I Neoplatonici di Luigi Settembrini, "Critica Letteraria", XXXVIII 2010, pp. 150-172.
  2. ^ Tale corrispondenza viene riportata in: Francesco Gnerre, L'eroe negato. Omosessualità e letteratura nel Novecento italiano (Dalai Editore, 2000)

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