Giovanni Battista Lampi

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Autoritratto

Giovanni Battista Lampi, detto il Vecchio (Romeno, 31 dicembre 1751Vienna, 11 febbraio 1830), è stato un pittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Busto di Giovanni Battista Lampi, Palazzo Ranzi (Trento)

Nacque il 31 dicembre 1751 a Romeno, nell'allora principato vescovile trentino. Ultimo dei quattordici figli di Mattia Lampi, anch'egli pittore originario della Val Pusteria, imparò i primi rudimenti della pittura dal padre e dal cugino Pietro Antonio Lorenzoni, che seguì a Salisburgo nel 1768 per due anni dove seguì i pittori Franz Xaver König (1711-1782), ritrattista della locale corte e Franz Nikolaus Streicher (1736/38-1811). A vent'anni tornò a Romeno, per poi spostarsi nel 1772 a Verona dove ebbe contatti con gli allievi di Giambettino Cignaroli e fu allievo di Francesco Lorenzi. Dipinse ritratti e pale a Trento, nel suo studio sito nel palazzo Travaglia (oggi de Maffei, in Via Rodolfo Belenzani). Nel 1779 soggiornò a Rovereto, dove realizzò i ritratti delle famiglie locali Festi e Lodron. Di questo periodo è uno dei suoi capolavori: il ritratto del vescovo di Nepi e Sutri Girolamo Luigi Crivelli. La morte del padre, nel 1780, spinse il pittore a spostarsi a Innsbruck.[1][2]

Si trasferì quindi in Austria, dove nel 1781 eseguì il ritratto dell'arciduchessa Maria Elisabetta d'Asburgo-Lorena, sorella di Giuseppe II, che lo fece entrare nelle grazie della corte. Fu così chiamato a Klagenfurt dall'arciduchessa Maria Anna d'Asburgo-Lorena, per giungere infine a Vienna nel 1783. Pochi anni dopo, divenuto oramai uno dei pittori più in vista della capitale, Giuseppe II lo nominò professore all'Accademia.

Ritratto della zarina Caterina II. Deutsches Historisches Museum

Oramai famoso, venne chiamato anche alle corti di Stanisław Poniatowski e di Caterina II. Lampi arrivò a San Pietroburgo nel 1791, su invito del segretario di Caterina II, il generale Vasilij Popov, che aveva avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo a Varsavia. La protezione della grande Caterina, da lui ritratta più volte, procurò al maestro molti importanti incarichi, tanto che in Russia si trattenne per più di sei anni, fino alla morte dell'imperatrice. Durante la sua permanenza in Russia dipinse una serie di tele, unanimemente considerate tra i capolavori della ritrattistica europea di fine secolo.

Rientrato a Vienna, fu nominato Cavaliere dell'Impero e gli fu conferito un titolo nobiliare. All'ultimo periodo, trascorso a Vienna, appartengono ritratti ufficiali (A. Canova, 1806, Vienna, Österreichische Galerie), ma anche immagini più intense, legate all'ambiente familiare (G. Battista Lampi junior con il nipote, Innsbruck, Museo Ferdinandeum). Con l'Autoritratto del 1728 (Vienna, Österreichische Galerie) termina la sua fortunata attività artistica che fa di Lampi il più importante ed acuto ritrattista neoclassico. I suoi dipinti sono caratterizzati dall'espressività dei volti, dalla luminosità dei tratti, dallo splendore degli abiti e dalla minuzia dei dettagli e morbidezza cromatica. Ritrasse i personaggi più importanti della sua epoca, come la zarina Caterina II di Russia, gli imperatori d'Austria Giuseppe II e Francesco II, l'arciduchessa Maria Anna, il conte Stanisław Potocki, il barone Giovanni Alessandro Brambilla di Carpiano, il conte Giulio Renato Litta, lo scultore Antonio Canova, la principessa Julia Lubomirska e Amalia Potocka con la figlia. Nel 1828 donò all'imperatore la sua ultima opera, l'Autoritratto al cavalletto, ora conservato alla Galleria del Castello del Belvedere di Vienna. Morì a Vienna l'11 febbraio 1830. La sua eredità artistica fu raccolta dai due figli: Giovanni Battista junior (Trento, 1775 – Vienna, 1837) e Francesco (Klagenfurt, 1782 – Varsavia, 1852). La sua tomba è ancora presente al Zentralfriedhof di Vienna.

Suoi dipinti sono conservati in molti musei, tra questi: Kunsthistorisches Museum, Museo Castello del Belvedere - Vienna; Galleria Palatina ed Appartamenti Reali (Palazzo Pitti) - Firenze; Museo del Louvre - Parigi; Museo dell'Ermitage - San Pietroburgo; National Gallery of Denmark - Copenaghen; National Gallery of Scotland - Edimburgo; Museo Nazionale - Varsavia; Museo Castello del Buonconsiglio - Trento; Museo di belle arti - Budapest; Galleria civica - Bolzano; The Morgan Library & Museum - New York; Ferdinandeum - Innsbruck; Deutsches Historisches Museum - Berlino.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Roberto Pancheri, Giovanni Battista Lampi, su Dizionario Biografico degli Italiani - Treccani (2004). URL consultato il 27 maggio 2024.
  2. ^ Alessia Zeni, Giovanni Battista Lampi. Il ritrattista d'Europa I, su progettostoriadellarte.it. URL consultato il 27 maggio 2024.
  3. ^ E. Callovi & L. Siracusano, 2005, pp. 137-138
  4. ^ a b R. Pancheri, 2009, pp. 245-246
  5. ^ R. Pancheri, 2012, p. 384
  6. ^ Giovanni Battista Lampi. Dai castelli della Val di Non alla corte degli zar, su letrevenezie.net. URL consultato il 27 maggio 2024.
  7. ^ G.B. Lampi, Cristo morto (1779), su fondazionegiorgiocini. URL consultato il 27 maggio 2024.
  8. ^ G.B. Lampi, Pala di Simone de Zinis (1781), su fondazionegiorgiocini. URL consultato il 27 maggio 2024.
  9. ^ Giovanni Battista Lampi, S. Andrea (1781), su BeWeB. URL consultato il 27 maggio 2024.
  10. ^ E. Callovi & L. Siracusano, 2005, p. 205
  11. ^ Assunzione della Madonna (1805), su BeWeB. URL consultato il 27 maggio 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Eleonora Callovi & Luca Siracusano (a cura di), Guide del Trentino. Val di Non. Storia, arte, paesaggio, Trento, Temi, 2005.
  • Alessandro Casagrande, Fernando Mazzocca & Roberto Pancheri, Un ritrattista nell'Europa delle corti: Giovanni Battista Lampi. 1751-1830, Trento, Provincia Autonoma di Trento. Assessorato alla Cultura, 2001.
  • Roberto Pancheri, Agli esordi di Giovanni Battista Lampi: il ritratto di Bernardino Turcati, in «Studi trentini di scienze storiche. Sezione seconda», 88, 2009 (pp. 244-246).
  • Roberto Pancheri, Giovanni Battista Lampi alla corte di Caterina II di Russia, Trento, Società di Studi Trentini di Scienze Storiche, 2011.
  • Roberto Pancheri, "La quadreria di Castel Valer", in: Castel Valer e i Conti Spaur, a cura di Roberto Pancheri, 2012, Tassullo (TN), Comune di Tassullo (pp. 345-391). (online)
  • Roberto Pancheri, Inediti di Giovanni Battista Lampi nelle collezioni trentine, in «Studi Trentini. Arte», 97/1, 2018 (pp. 135-155). (online)
  • Nicolò Rasmo (a cura di), Giovanni Battista Lampi (1751-1830): catalogo della mostra Trento, 7 luglio-30 settembre 1951, Trento, Zincografia Tridentum, 1951.
  • Nicolò Rasmo, Storia dell'arte nel Trentino, Trento, Dolomia, 1988 [1982].

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