Francesco Calcagnini

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Francesco Calcagnini (Rovigo, 1405Lendinara, giugno 1476) è stato un politico e letterato italiano.

Stemma Calcagnini

Era figlio del notaio Nicola, capostipite della casata e al servizio dei Gonzaga di Mantova, e di Teresa Libonori di Ferrara.

Fu allievo di Vittorino da Feltre a Mantova e quindi di Guarino Veronese a Ferrara, presso il quale copiò gli scritti Orator e il Brutus di Cicerone.

Seguendo le orme del padre, divenne segretario del marchese Gianfrancesco Gonzaga, che lo nominò nel 1441 vicario di Volta e lo seguì in alcune imprese militari. Sottoscrisse il 23 settembre 1444 come testimone il testamento di Gianfrancesco e dopo la sua morte, rimase alla corte mantovana del suo successore, il marchese Ludovico III Gonzaga.

Nel 1453 circa si trasferì definitivamente a Ferrara presso il marchese Borso d'Este, che nel 1463 lo nominò capitano generale del Polesine e qui il 10 dicembre 1468 l'imperatore Federico III d'Asburgo lo fece cavaliere.

Nel 1476 venne nominato podestà di Lendinara, dove morì nel giugno dello stesso anno.

Francesco sposò in prime nozze Maria Giglia Roverella e in seconde nozze una Giacomina di casato ignoto. Ebbe numerosissimi figli, tra i quali:[1]

Ebbe anche numerosi figli naturali.

  1. ^ Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. Calcagnini di Ferrara, Torino, 1835.
  • Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. Calcagnini di Ferrara, Torino, 1835. ISBN non esistente.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]