Echelus myrus

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Echelus myrus
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
RamoBilateria
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
SuperclasseGnathostomata
ClasseActinopterygii
SottoclasseNeopterygii
InfraclasseTeleostei
SuperordineElopomorpha
OrdineAnguilliformes
SottordineCongroidei
FamigliaOphichthidae
SottofamigliaOphichthinae
GenereEchelus
SpecieE. myrus
Nomenclatura binomiale
Echelus myrus
Linneaus, 1758
Sinonimi

Echelus punctatus (Rafinesque, 1810)
Leptocephalus kefersteini (Kaup, 1860)
Muraena longicollis (Cuvier, 1816)
Muraena myrus (Linnaeus, 1758)
Muraena vulgaris (Kaup, 1856)
Myrus vulgaris (Kaup, 1856)
(fonti: FishBase e WoRMS)

Echelus myrus (Linnaeus, 1758), noto comunemente come miro[1], è un pesce osseo marino della famiglia Ophichthidae.

Distribuzione e habitat

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Vive nell'Oceano Atlantico orientale tra il golfo di Guascogna e l'Africa tropicale e nel mar Mediterraneo dove è poco comune.
Vive su fondi mobili di sabbia o fango, a profondità tra 30 e 150 metri.

Come tutti gli anguilliformi questo pesce ha corpo serpentiforme ed a sezione cilindrica con un'unica pinna impari formata dalla pinna dorsale, la pinna caudale e la pinna anale saldate. La pinna dorsale inizia dopo la punta delle pettorali mentre l'anale è molto più breve ed inizia in corrispondenza della metà del corpo. Pinne pettorali abbastanza grandi, pinne ventrali assenti. La testa è conica e porta un muso abbastanza allungato. La bocca è grande, supera l'occhio, che è abbastanza grande ed ha colore giallo oro. I denti sono fitti e rivolti indietro.
Il colore del dorso è bruno rossiccio o beige, il ventre bianco giallastro. Sulla testa sono presenti linee irregolari e macchioline di colore bianco o giallo, una fila di punti dello stesso colore accompagna la linea laterale. La pinna impari è bordata di nero mentre le pinne pettorali hanno un colore rosato.
Raggiunge, raramente, la lunghezza di 80 cm.

Alimentazione

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È un predatore, caccia di notte mentre di giorno resta infossato nel sedimento. Si nutre soprattutto di pesci e crostacei.

Si riproduce in estate. Le larve sono pelagiche e in breve tempo si trasformano in leptocefali con muso allungato e pinna caudale separata dalle altre.

Si trova nel pescato della pesca a strascico ma più spesso abbocca agli ami dei palamiti tesi la notte. Le carni sono un po' liscose ma commestibili; viene quasi sempre ributtato subito in mare. La sua cattura con i palamiti spesso costituisce un mezzo disastro perché con i suoi contorcimenti imbroglia tutto l'attrezzo in modo irrimediabile.

  • Louisy P., Trainito E. (a cura di) Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo. Milano, Il Castello, 2006. ISBN 888039472X
  • Tortonese E. Osteichthyes, Calderini, 1975
  • Costa F. Atlante dei pesci dei mari italiani, Mursia, 1991 ISBN 8842510033

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