Coordinate: 34°36′30.04″S 58°24′02.84″W

Chiesa di Nostra Signora di Balvanera

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Chiesa di Nostra Signora di Balvanera
Parroquia Nuestra Señora de Balvanera
StatoBandiera dell'Argentina Argentina
LocalitàBuenos Aires
Coordinate34°36′30.04″S 58°24′02.84″W
Religionecattolica
TitolareMadonna di Valvanera
Arcidiocesi Buenos Aires
Stile architettonicorinascimentale
Inizio costruzione1839
Completamento1930

La chiesa di Nostra Signora di Balvanera (in spagnolo: Parroquia Nuestra Señora de Balvanera) è un edificio di culto cattolico situato in calle Bartolomé Mitre 2411, nel barrio di Balvanera, a Buenos Aires.

La chiesa conferisce il nome al quartiere circostante[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1797 due frati costruirono sui terreni donati da un ospizio, un refettorio ed un oratorio, terminato dieci anni dopo, dedicato alla Vergine di Valvanera[2]. Il 1º aprile 1831 il vescovo di Buenos Aires Mariano Medrano elevò la cappella al rango di parrocchia[1].

Nel 1839, sotto la guida di José Santos Sartorio, iniziarono i lavori di costruzione della nuova chiesa, che sarà inaugurata alla presenza di Juan Manuel de Rosas il 4 aprile 1842[2]. Sul finire degli anni cinquanta del XIX secolo l'edificio subì nuove modifiche, con l'aumento delle navate da una a tre. Gli ultimi lavori che modificarono l'edificio e gli conferirono l'aspetto attuale iniziarono nel 1919 e furono ultimati nel 1930.

Nel 2004 fu esposta nella chiesa una statua di Sant'Espedito, patrono delle cause urgenti. Da allora il culto del santo è cresciuto in maniera esponenziale, con decine e migliaia di fedeli che affollano l'edificio, oramai conosciuto come Santuario di Sant'Espedito, ogni 19 del mese[3][4].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa chiesa presenta una facciata neo-gotica preceduta da un portico e fiancheggiata da due torri sormontate ciascuna da un cupolino. All'interno la chiesa è ripartita in tre navate a tutto sesto divise ognuna da quattro colonne. Gli affreschi della navata centrale sono di Augusto Fusilier mentre le decorazioni e i putti dell'italiano Nicola Gullì[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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