Acanthogorgiidae

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Acanthogorgiidae
Acanthogorgia sp.
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
RamoRadiata
PhylumCnidaria
ClasseAnthozoa
SottoclasseOctocorallia
OrdineAlcyonacea
SottordineHolaxonia
FamigliaAcanthogorgiidae
Gray, 1859
Generi
vedi testo

Acanthogorgiidae Gray, 1859 è una famiglia di octocoralli dell'ordine Alcyonacea.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Acanthogorgiidae comprende oltre 110 specie di gorgonie con vistosi polipi non retrattili e un asse di gorgonina che circonda un ampio nucleo centrale cavo a camera incrociata. La famiglia non è monofiletica e diversi generi (Acanthogorgia, Anthogorgia) sembrano essere parafiletici con Plexauridae.[2]

Gli Acanthogorgiidae hanno una distribuzione cosmopolita in tutti i mari e a tutte le profondità, anche se si ritrovano maggiormente negli habitat tropicali ed a profondità medie-elevate. In maggioranza sono privi di zooxanthellae. La loro forma molto spesso è a ventaglio e hanno colorazioni intense con tonalità che variano dal giallo, rosso, aranciato, porpora, azzurro e violaceo. In genere misurano circa 50-60 centimetri di altezza e larghezza, ma possono estendersi fino a 2 metri in entrambe le direzioni. Nel Mediterraneo sono presenti le specie Acanthogorgia hirsuta e Acanthogorgia armata, che vivono perlopiù su fondali misti di sabbia e rocce a profondità dai 50-60 metri fino a 250 metri.[3]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia è composta dai seguenti generi:[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Acanthogorgiidae, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 16 aprile 2020.
  2. ^ Daly et al.Op.citata, pag. 147.
  3. ^ Giuseppe Mazza, Introduzione alla Biologia Marina – Phylum Cnidaria: gli Anthozoa Octocorallia (PDF), su scoiattolorampante.files.wordpress.com, p. 69.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Acanthogorgiidae, su gbif.org, GBIF- Global Biodiversity Information Facility. URL consultato il 18 marzo 2020.